Le Comunità Energetiche: le origini, i requisiti e i limiti

Le Comunità Energetiche sono un argomento di cui si sente parlare recentemente, e che è spesso collegato a Superbonus, Ecobonus, energia condivisa e a una serie di concetti che spesso causano confusione.

Che cos’è quindi una comunità energetica?

Per comunità energetica rinnovabile (CER), o Renewable Energy Community (REC), si intende un’unione di utenti che condivide uno o più impianti di produzione di energia rinnovabile, attuando quindi uno scambio energetico.

Gli utenti, quindi, si “aggregano” e condividono l’energia in eccesso per soddisfare un fabbisogno energetico collettivo. Un concetto di sharing economy, già applicato in altri ambito quali quello della mobilità o di altri beni di consumo, ora applicato all’energia rinnovabile e alla condivisione energetica.

Quando sono nate le Comunità Energetiche

Il percorso che ha portato alla nascita delle Comunità Energetiche è partito nel 2018, con l’approvazione di una Direttiva Europea (la RED 2) che sosteneva di adottare questo tipo di modello per far fronte ai target ambiziosi di crescita dell’approvvigionamento di energia rinnovabile per i nostri consumi.

La direttiva europea è stata successivamente recepita dai vari stati membri, che hanno una scadenza di ultima istanza per il pieno recepimento al 30 giugno 2021. In Italia la prima conversione in legge è avvenuta il Decreto Milleproroghe, approvato il 29 febbraio 2020, a ridosso dello scoppio della pandemia da coronavirus.

Con tale decreto, il Parlamento ha sancito la possibilità di costruire comunità energetiche in Italia, e ne ha predisposto i vari schemi di attuazione, coinvolgendo i vari soggetti chiamati ad esprimersi in materia: ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) e il MiSE.

Le configurazioni individuate sono due:

  1. Autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, ovvero autoconsumatori che si trovino all’interno dello stesso edificio (condominio ad esempio).
  2. Comunità di energia rinnovabile, in cui singoli individui o unità abitative si uniscono per condividere l’energia fra di loro (in questa pima fase soggetti che condividono lo stesso ramo di Bassa Tensione).

Chi può partecipare?

La natura della Comunità Energetica è ampia nello spettro di membri che ne possono partecipare: PMI, soggetti della PA (Pubblica Amministrazione) e privati.

Ampia è anche la possibilità di costituzione delle CER, nel senso che è previsto che gli impianti possano anche essere finanziati da un soggetto esterno (ad esempio una ESCo) o autofinanziata dagli stessi membri autoconsumatori di energia della CER.

Le CER sono sicuramente una nuova prospettiva interessante per il fotovoltaico che si affianca alla super detrazione del 110% e alla cessione del credito.

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